Blog di Urban Sketching e Disegno

Diario di viaggio: disegnare in Giappone – 2° parte

Quest’estate sono andato in viaggio in Giappone con Eva e come ogni anno abbiamo raccolto i ricordi della vacanza in un diario illustrato in cui io disegno e lei scrive i testi.

In questa serie di articoli in tre parti potrete seguire le tappe delle nostre tre settimane di viaggio.

Trovate tutti i post della serie qui.

I diari di viaggio delle vacanze precedenti sono qui.

Buona lettura.

Giorno 8: Tokyo

Dove eravamo rimasti? Eravamo sulla torre della birra Asahi a guardare la città dall’alto. Oggi invece passiamo l’ultima giornata a Tokyo nel quartiere di Ueno e i suoi dintorni.

Abbiamo passato diverse ore della mattina nei padiglioni del Museo Nazionale di Tokyo, pieno di opere d’arte giapponesi e asiatiche, da testi di calligrafia, a dipinti, a pannelli decorati che raccontano storie e leggende giapponesi, fino a opere del misterioso periodo Jōmon.

C’era una ragazza che copiava un ritratto in una delle sale dedicate agli Ukiyo-e, e anche io ho deciso di copiare una delle opere di Kuniyoshi. Nel pomeriggio ci siamo spostati al cimitero di Yanaka e al quartiere di Yanaka Ginza, di cui ho disegnato uno scorcio,  con le sue botteghe.

Giorno 9: Nikko

Gita a Nikkō, o 日光, che vuol dire “luce del sole”. La cittadina ospita nella sua foresta sulle montagne un meraviglioso complesso di templi. Nella pagina a sinistra del quaderno ho ritratto il ponte rosso che si trova poco prima della scalinata per raggiungere i templi. La zona è molto affollata, ma oltre al tempio principale in cui si accalca la maggior parte dei turisti, siamo riusciti a dedicare del tempo a tutti i templi secondari, in particolare il tempio più a ovest, il Tayu-in, con i portali sulla scala verso la cima protetti dalle statue degli Oni. Per semplificare, gli oni sono una sorta di demone-orco del folklore giapponese. Al tempio c’erano statue di Oni rossi e Oni blu, e ne ho ritratto uno rosso.

Giorno 10: Hagurosan

Ci spostiamo definitivamente dalla zona di Tokyo per salire più a nord, verso il Tohoku.

La prima tappa è Haguro San, una delle tre montagne sacre della zona, dove una ripidissima e lunghissima scalinata nel bosco di cedri rossi porta sulla cima dove si trova un complesso di templi shintoisti. C’è anche una famosa pagoda nella foresta, che però era in ristrutturazione e quindi completamente ricoperta di impalcature. Ma non diremo che eravamo andati apposta per vederla.

Ho ruotato il quaderno in verticale per disegnare il cedro millenario che si trova vicino alla pagoda. La cintura di corda e fulmini di carta è uno shimenawa, e serve a purificare le zone sacre. In generale se ne vedete una significa che state entrando in un santuario o che l’oggetto in questione è un luogo sacro. Se avete visto Il mio vicino Totoro (となりのトトロ), il grande albero di canfora al centro del film è cinto dalla stessa corda.

Una versione modificata di questo soggetto diventa l’illustrazione della seconda cartolina che spediamo.

Rubrica Curiosità sul Giappone 2

Seconda pagina della rubrica curiosità di Eva, in cui si parla di acqua, bagni pubblici (si parla proprio di cessi, non i bagni pubblici tipo le terme), cani, vestiti e capitreno.

Giorno 11: Gassan

Ah, la montagna! per la prima volta a 1800 metri non soffriamo il caldo, ma solo perché c’è un vento fortissimo. Non capiamo nulla degli autobus che dobbiamo prendere per arrivare all’imbocco del sentiero e rischiamo di pagare il doppio del biglietto, ma il gentilissimo autista fa tornare i conti e ci fa pagare il giusto. L’autobus corre su strade strettissime e l’autista è aiutato da una collega che sta in piedi accanto alla porta e che gli dice se arrivano macchine dall’altra parte della strada. La collega ha anche il compito di segnale di parcheggio umano (bi—bi—bibi–bibibi–bibibibi–biiiiiiiii) che modula con un fischietto.

La montagna è così diversa dalle nostre alpi, sembra di camminare in un canneto sferzato dal vento, e poi rocce, ma nessun albero. Siamo sul monte Gassan, la seconda delle tre montagne della zona utilizzate dagli shintoisti come luogo di pellegrinaggio. Arriviamo fino a metà salita, ci rifocilliamo ad un rifugio diversissimo dai nostri e scendiamo per avventurarci nella zona degli acquitrini. Nel disegno panoramico ho ritratto proprio la zona paludosa vista dal sentiero dopo una mezz’oretta di cammino. Il piccolo edificio che si vede è uno dei rifugi.

Giorno 12: Yamadera e Sendai

Ci spostiamo verso Sendai, attraversando il Giappone da ovest a est, facendo tappa a Yamadera, indovinate un po’? Esatto: un tempio su una montagna a cui si arriva tramite delle scalinate nel bosco di cedri rossi. Ho disegnato un pezzo del sentiero nella pagina a sinistra.

Tornati nel paese ai piedi del tempio abbiamo assaggiato dei ghiaccioli di mochi fatti a mano, con pezzi di frutta intera all’interno. Il mochi è un impasto di riso glutinoso e i ghiaccioli erano magicamente gommosi e morbidi, anche se ghiacciati. Li vedete nella pagina a destra.

Il fiore al centro invece è un fiore di cartamo,ed è stata la rivelazione del giorno. Molti negozi vendevano mazzi di questi fiori essiccati e raggruppati in coni di carta di giornale. L’aspetto era molto familiare e ci siamo resi conto che erano i fiori che Taeko, la ragazza trentenne protagonista di Pioggia di ricordi (おもひでぽろぽろ) aiutava a raccogliere e trasformare in pigmento per tessuti. Il film è ambientato nell’estate degli anni ‘80 e la protagonista lasciava Tokyo per trascorrere qualche settimana in campagna. Ci siamo accorti di essere proprio nei posti dove era ambientato il film e di essere saliti sulla stessa linea del treno utilizzata dalla ragazza, che attraversando boschi e montagne ci ha portati fino a Sendai.

Giorno 13: Hiraizumi

Le biciclette elettriche le avevano finite, così ci dice il noleggiatore, allora montiamo in sella a due care vecchie biciclette a pedali che, come sa chiunque abbia giocato a Pokémon, sono il mezzo più comodo e veloce per viaggiare nelle campagne giapponesi.

È così che esploriamo Hiraizumi, una cittadina con, beh, un complesso di templi in cima a una salita in un bosco di cedri rossi.

Ma prima di salire sulla collina ci spostiamo nella zona a ovest del paese, pedalando tra le risaie e le fattorie per raggiungere un tempio fuori città. Il paesaggio ci sembra così familiare per noi che veniamo dalla Lomellina, terre di risaie in Lombardia, ma anche così diverso per l’architettura e per le colline e i boschetti a ridosso delle risaie stesse, che da noi invece si susseguono in un’infinita pianura.

Decido di ritrarci mentre pedaliamo alla scoperta del paesaggio in una doppia pagina, e lascio ai timbri l’onere di ricordarci i templi che abbiamo visitato. Questa vista diventa il soggetto della terza cartolina che spediamo.

Giorno 14: Matsushima e Kyoto

ビュン! Si legge byun! ed è un’onomatopea per descrivere la velocità. Giornata velocissima con gita alle isole di Matsushima, un arcipelago di centinaia di isolette nella baia di Sendai, che visitiamo un po’ di fretta per il gran caldo. Come si vede dal disegno, una delle isole principali è collegata alla terraferma da un lungo ponte rosso. Andiamo in giro con gli ombrellini per ripararci dal sole e passiamo per alcuni quartieri del porto mezzi scassati che come al solito ci piacciono molto.

Torniamo in stazione e ci laviamo e ci cambiamo nei bagni, siamo dei disagiati fradici di sudore.

Ma finalmente, come dei futuristi in ritardo di 100 anni: ビュン! Saliamo su uno scintillante Shinkansen, un tripudio di tecnologia, velocità e precisione che ci trasporta velocissimo e morbidissimo fino a Kyoto.

Il viaggio continua

Qui termina la seconda parte del racconto, prossimamente pubblicherò le pagine di diario della terza settimana di viaggio. Qui potete scoprire come tenervi aggiornati.

Materiali utilizzati

La new entry di quest’anno oltre ai materiali che trovate qui è un nuovo sketchbook in un formato poco più grande dei Moleskine che uso di solito per i diari di viaggio, e con l’enorme vantaggio di avere la carta 100% cotone. È prodotto da Hahnemühle.

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